giovedì 6 settembre 2012

I miei orientali veneziani

Anche a Venezia 2012 mi sono concesso un angolo di Oriente.
Prima di tutto Kitano. L'avevo già visto a Cannes, l'ho rivisto ora, ed anche se gli ultimi film non mi hanno fatto impazzire, è sempre un piacere. Adorabile il modo in cui ha incespicato con la cuffia per la traduzione, non riuscendo a metterla. E solita ironia nella risposta sul 3D (utile solo per film erotici e porno).
Ho poi visto il film di Wakamatsu, che a differenza di quelli che avevo visto a Berlino e Cannes, non mi ha fatto impazzire: meno solido, meno potente. Per fortuna con una ambientazione piacevole, un paeselli adorabile che mi ricordava Arima Onsen, dove ho trascorso un mese e mezzo nel 1998.
Poi spostamento verso la Corea per Kim Ki-Duk, che con Pietà propone un nuovo lavoro buono, interessante, seppur non al suo meglio, con uno stile e soprattutto una visione, più grezzo, più Park Chan-Wook.
Infine un pizzico di Cina con Lotus, visto proprio oggi pomeriggio. Film interrssante per come tratteggia alcune peculiarità della figura della donna vista dai Cinesi, ma non del tutto riuscito.

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